Malapena Tempo
Настоящее имя: Malapena Tempo
Об исполнителе:
Padre Elo Nardi ci aveva spiegato come secondo lui stavano le cose nel mondo. Il Tempo Malapena, ci diceva, è un’esigenza della mente, un’esigenza delle anime dannate, dei comatosi, dei riottosi, di coloro che sentono il marcio pulsare nelle vene. Il cuore di un uomo sano batte con regolarità, è prevedibile, sa di vita; come i ritmi dei negri nell’Africa, risveglia istinti atavici e imballa il cervello. Il cuore dei malati terminali, invece, rallenta, sembra fermarsi, arranca con fatica; il Tempo Malapena, ci diceva, è come il cuore dei perduti, genera straniamento e permette uno sguardo più lucido. Padre Nardi ci diceva anche che l’Universo stava collassando, rallentava, arrancava, andava a morire – e questo noi già lo sapevamo. L’esigenza suprema della Musica consisteva nel cantare questo sfacelo; la musica doveva essere brutta, rognosa, sporca, dissonante, piena di grugniti, vergognosa come i cadaveri degli indiani sul Gange prima che la pira se li mangi. Ogni parvenza di Ritmo andava bandita, cacciata come si fa con il lebbroso. Ogni Melodia sacrificata, ogni Volcalità distrutta. Il Linguaggio avrebbe dovuto opprimere, non comunicare. Padre Nardo era uno imparato, uno che padroneggiava lo strumento come e meglio di una parte del suo corpo; aveva raggiunto il Talento perfetto, e lo aveva piegato, volontariamente, alla bruttura. Anche noi eravamo musicisti di classe sopraffina. Padre Nardi ci scelse, ci trovò, ci vinse e ci convinse; in breve ci perdemmo totalmente in lui, forse diventammo addirittura punti di realtà dipendenti dai suoi stati di coscienza. Solo uno di noi osò un tempo risvegliarsi dal torpore, sottoponendo al Maestro l’interrogativo che, in fondo, stava inconsapevolmente erodendo la nostra devozione. Quello che andavamo proponendo -disse - non è altro che merda nelle orecchie; che cosa avrebbe pensato il resto della gente, quelli che non sapevano, quelli che ci scherzavano, quelli che ci sputavano? Ecco fatto, pensai, il bluff è servito, il Re è nudo. Ricordo come fosse ieri come la risposta del Maestro ci gelò il sangue nelle vene. “Il resto della gente?”, ci chiese con aria interrogativa. Poi fece una pausa che mi parve intenminabile. “Il resto della gente”, ci rispose sorridendo, “deve tutta quanta andare a fottersi nel culo”. Annuimmo. E non osammo più parlare innanzi.